Chiesa di Sant’Antonio da Padova

Chiesa di Sant'Antonio da Padova_Bisaccia

La chiesa dedicata al patrono del paese, situata in Piazza Convento, dovrebbe risalire al XVII secolo, anche se l’aspetto odierno è conseguenza di restauri successivi. Era affiancata da un Convento dei Frati Minori, soppresso nel 1799. All’interno, nella navata piccola, dentro tre nicchie, si trova un trittico dove sono collocate le statue di San Bonaventura, Sant’Antonio da Padova (attribuita a Giacomo Colombo) e San Leonardo di Limoges. Ai piedi dell’altare è custodita una reliquia del santo (una porzione delle corde vocali), consegnata, con una cerimonia solenne il 10 giugno 2001, alla Confraternita di Bisaccia di Sant’Antonio dai frati della Basilica di Padova. Nella navata laterale, illuminata dai raggi di luce provenienti da un rosone, si trovano tre altari, rispettivamente della Madonna delle Grazie, di San Francesco e di San Gerardo. La navata laterale termina con una cappella dove si conserva un altare marmoreo del XIX secolo sormontato da una pala lignea seicentesca.
Nei pressi ha sede l’arciconfraternita di S. Antonio da Padova. Le Regole furono istituite il 4 ottobre del 1877 e portano la firma del Priore o Prefetto Don Nicola Ricciardi e del Padre Spirituale Can. Antonio Michele Arminio. Il libro delle regole è diviso in quattro capitoli: il primo “Introduzione”, narra l’istituzione del sodalizio e il fine principale, cioè l’esercizio delle virtù del Santo e la carità cristiana; nel secondo capitolo sono dettate le norme di vita comune “Di quello che si deve fare fuori e dentro la Congregazione” e delle disposizioni circa l’abito liturgico, le festività ecc.; il terzo capito riguarda le regole degli Ufficiali della Confraternita e dell’amministrazione (il priore, gli assistenti, gli infermieri, il maestro dei novizi, il segretario); infine, nel quarto capitolo sono elencate le norme per partecipare al “Pio Monte dei Morti” con una serie suffragi e di adempimenti per i confratelli defunti.
Tali regole furono riviste e corrette quando l’Arciconfraternita ha ripreso, dopo alcuni anni, le sue attività principali rispetto ai decreti del Concilio Vaticano II.

FavoriteLoadingAdd to favorites